"La
storia dell'umanità è segnata da momenti di profonda trasformazione
durante ì quali vengono meno le certezze e gli schemi di vita precedenti,
senza che si riesca ad intravedere subito quale sia la prospettiva delle nuove
soluzioni capaci dì indicare la direzione giusta per un autentico sviluppo
dell'uomo e delle sue capacità. Quello che stiamo vivendo è certamente
uno di questi momenti, caratterizzato da una forte insicurezza diffusa e da
un'instabilità, sia dal punto di vista delle grandi istituzioni sociali,
sia per quanto riguarda il vissuto e le aspettative personali.
... Per una Chiesa che "vuole stare nella storia con amore" il compito
principale è proprio quello di saper amare il proprio tempo come dono
di Dio e appello alla responsabilità e alla partecipazione alla sua opera
di creazione e di redenzione. E questo si avvera soprattutto attraverso il compito
dell'evangelizzazione, nella convinzione che il contributo più prezioso
che la Chiesa e i cristiani possono portare allo sviluppo dell'umanità
in ogni situazione è certamente quello di un annuncio del Vangelo della
carità che congiunge insieme la verità di Dio che è amore
e la verità dell'uomo che è chiamato all'amore: una nuova evangelizzazione
consapevolmente attenta alla cultura del nostro tempo, per aiutarla a liberarsi
dei suoi limiti e a sprigionare le sue virtualità positive.
... In questa prospettiva la Chiesa italiana è impegnata, oltre che nell'opera
del discernimento comunitario, nell'elaborazione di un progetto culturale che
non intende certo ricostruire una visione di cristianità, tipica di altri
tempi, ma ispirarsi alla convinzione che dalla centralità di Cristo si
può ricavare un orientamento globale per tutta l'antropologia, e così
per una cultura ispirata e qualificata in senso cristiano. In Cristo infatti
ci è data un'immagine e un'interpretazione determinata dell'uomo, un'antropologia
plastica e dinamica capace di incarnarsi nelle più diverse situazioni
e contesti storici, mantenendo però la sua specifica fisionomia, i suoi
elementi essenziali e i suoi contenuti di fondo. Ciò riguarda in concreto
la filosofia come il diritto, la storiografia, la politica, l'economia.
... Un nuovo Stato sociale non può essere governato solo da un centro
pensato come vertice della società, né può essere forgiato
dalla mano invisibile del mercato. Il binomio Stato mercato, che ha costituito
l'asse portante di tutta la società moderna e su cui si sono retti i
regimi di stato sociale nel secondo dopoguerra, non è più sufficiente
né adatto. È necessario far intervenire un terzo polo, il cosiddetto
settore no profit o il privato sociale, costituito da libere associazioni, volontariato,
cooperative sociali, fondazioni e organizzazioni varie no profit. Questo terzo
polo si presenta oggi come il più dinamico, attivo e capace di assorbire
l'insufficienza di regolazione che c'è nel mercato, così come
l'alienazione di una società burocratizzata per via statale, nella prospettiva
di una democrazia più piena e nello spirito della Dottrina sociale della
Chiesa.
... In altri termini, è necessario pensare a Stato e mercato e settore
no profit come poli aventi pari dignità e in relazione tra loro.
Nota: Commissione episcopertine/copale per i Problemi sociali e il Lavoro, Democrazia
economica sviluppo e bene comune, 5.
... Con la nuova sensibilità maturata in questi anni è indispensabile
vigilare affinché i valori che sostengono tale attività in campo
economico non si risolvano in semplici dichiarazioni di facciata, ma segnino
in profondità un modo alternativo di fare economia secondo i criteri
della solidarietà e della democrazia.
Parimenti è indispensabile che la ricerca e l'approfondimento dell'ambito
valoriale venga portato avanti per elaborare una cultura del Terzo settore che,
coerente ai principi che lo ispirano, affronti i nodi ancora aperti e insoluti
che lo attraversano, quali ad esempio lo statuto giuridico, la tutela e la rappresentanza
del lavoratore in questo settore e il problema della concorrenza tra i diversi
soggetti che operano in questo ambito. Ne consegue un indispensabile impegno
rivolto ad una formazione adeguata degli operatori delle organizzazioni senza
fine di lucro, affinché ai principi dichiarati e sottoscritti, corrisponda
una qualità di servizi e di presenza coerente con i presupposti.
... Il vero volontariato non ha mai aspettato i finanziamenti pubblici o privati
per avviare la sua presenza di testimonianza e di servizio, come le numerose
testimonianze possono ampiamente documentare. È vero, però, che
la legislazione può e deve favorire l'azione e lo sviluppo di tutte quelle
realtà che contribuiscono a rendere la società più solidale
e democratica attraverso l'impegno dei singoli e delle aggregazioni che operano
nei vari settori della vita sociale e civile.